Interessante e scorrevole. Offre
diversi spunti di riflessione e apre uno spiraglio sulla sostanziale
uguaglianza dell'animo umano a prescindere da razza, religione e
condizione sociale. Decisamente all'avanguardia se si considera che è
stato pubblicato nel 1719!
1632 York – Inghilterra.
Robinson Crusoe è un ragazzo di
famiglia benestante di origini tedesche. Minore di tre fratelli,
decide, spinto dal suo bisogno di avventure, di lasciare la casa
paterna e partire per mare. Il padre, per dissuaderlo, gli spiega che
la sua condizione è la più invidiabile che possa esistere, non deve
faticare per vivere e non ha nessun tipo di responsabilità
logorante. La prospettiva di una vita felice e semplice non gli basta e fugge da casa per imbarcarsi
per Londra (1/9/1651). Nella sua prima traversata incontra una
tempesta e giura e spergiura di non prendere mai più il mare se mai
fosse sopravvissuto, promessa che ovviamente rompe in capo a qualche
giorno. Riprende il mare, seconda tempesta, molto più forte della
prima. Stessi piagnistei, stesse promesse e stesse lacrime di
coccodrillo. Naufragano a Yarmouth (Inghilterra) e vengono aiutati
dalle persone sulla spiaggia a mettersi in salvo. Il capitano della
nave sconsiglia vivamente a Robinson qualunque altro viaggio per
mare, ma lui, testardo come un caprone, punta verso Londra e si
imbarca per una traversata verso la Guinea. Fa amicizia col capitano
e, concludendo il viaggio con netto guadagno, decide di ripeterlo. La
seconda nave su cui viaggia viene attaccata da pirati turchi che
li fanno prigionieri e li portano a Salè (Marocco). Robinson viene
tenuto come schiavo dal capitano della nave corsara e lavora per lui
per due anni finchè non fugge con un uomo e un ragazzo. Appena
rubata la chiatta/barca del padrone e preso il largo, getta in mare
l'uomo e fa promettere al ragazzo, Xury, di essergli fedele. Così
partono seguendo la costa africana andando in direzione Sud,
sbarcando ogni tanto tra i selvaggi per far rifornimento di cibo
fresco e di acqua dolce. Incrociano una nave portoghese che li carica
a bordo e propone a Robinson di portarlo in Brasile (meta della nave)
e di tenere Xury come marinaio per dieci anni per poi restituirgli la
libertà a patto che si fosse fatto cristiano.
Sbarca in Brasile e mette su, con i
pochi soldi che ha, una piccola, ma fruttuosa, coltivazione di canna
da zucchero e di tabacco. Nel 1659, in accordo con altri coltivatori vicini, riparte verso la Guinea per procurarsi illegalmente
degli schiavi da far lavorare nelle piantagioni. Durante questo
viaggio si scatena una forte tempesta che provoca la morte di tutto
l'equipaggio della nave e il naufragio di Robinson su un'isola
deserta (Venezuela). Dopo un comprensibile sconcerto iniziale, torna
al relitto della nave e salva tutto il salvabile (cibo, acqua, alcolici, armi, polvere da sparo, ecc ecc) portando a riva
tutto. Trova una grotta in cui rifugiarsi e costruisce un vero e
proprio fortino come riparo per i pericolosi selvaggi cannibali (in
realtà scopre in seguito che l'isola è deserta e non ci sono
neanche predatori pericolosi!).
Inizia a costruirsi tutta una serie di comodità della
vita quotidiana, a coltivare la terra, ad allevare le capre presenti sull'isola e si spinge ad esplorare l'altro lato dell'isola
dove trova viti e cedri.
Cattura e addestra diversi animali da
compagnia (due gatti e un cane che aveva già sulla nave) Loreto, il
suo primo pappagallo parlante e altri uccelli a cui tarpa le ali
perchè rimangano vicino alla sua grotta. Si costruisce anche una
depandance nel folto dell'isola.
Dopo una febbre molto grave scopre la
fede. Inizia a leggere e a studiare la Bibbia e diventa riconoscente
alla Divina Provvidenza che l'ha fatto approdare su una bella isola
invece di lasciarlo morire insiema agli altri membri dell'equipaggio.
Dopo 12 anni scopre un'impronta sulla
spiaggia e si apre il capitolo paranoico del libro. Se finora ha
sempre zompettato allegro tra una schioppettata ad una capra e una
rollata di tabacco, adesso si aggira furtivo e silenzioso per
l'isola, facendo attenzione a non farsi sentire dai pericolosi
sevaggi.
In realtà questi pericolosi e
cannibali selvaggi si fanno allegramente i fattacci loro. Ogni anno e
mezzo/due o comunque al termine di una guerra tra tribù, approdano
su quest'isola, montano il barbecue e mangiano i prigionieri di
guerra. Non ripuliscono nulla e ripartono in sella a robuste canoe
verso la loro isola natia. Robinson, scioccato dal cannibalismo e
per lo sfacelo che lasciano sempre sulla spiaggia, decide di
ammazzarli cristianamente tutti a schioppettate. Durante questo suo
attacco furtivo copre la fuga di un prigioniero destinato a diventare
la seconda portata e lo salva. Lo chiama Venerdì, con immensa
fantasia, lo rassicura, lo prende in simpatia, lo nutre, lo converte al cristianesimo
e gli dice che da adesso può tranquillamente chiamarlo padrone.
Quindi gli insegna il mestiere del coltivatore, del pastore e del tuttofare
e vivono anni felici insieme.
Sono passati 28 lunghi anni dal naufragio di Robinson.
Durante il successivo banchetto tribale
Robinson e Venerdì salvano altri due prigionieri e... carrambata delle
carrambate... uno è il padre di Venerdì e l'altro è un marinaio
spagnolo di una nave naufragata qualche giorno prima sull'isola dei
cannibali. Salvano entrambi e scoprono che ci sono altri naufraghi
spagnoli e che vivono più o meno pacificamente con i selvaggi della tribù del padre di Venerdì.
Robinson manda lo spagnolo e il padre di Venerdì da loro per
invitarli sulla sua isola come suoi sudditi/ospiti.
Nel frattempo arrivano sull'isola otto
uomini inglesi su una lancia. Cinque di quest'uomini fanno parte dell'equipaggio ammutinato
di una nave inglese. Fanno sbarcare sull'isola, creduta da loro deserta, il capitano e due
marinai a lui fedeli. Robinson riesce a parlare di nascosto con
questi tre uomini e organizza un piano per rimpossessarsi della nave
con la ricompensa di un passaggio a casa per lui e Venerdì.
Con una serie di manovre losche
riescono a risalire sulla nave e a riprendere il controllo e il
19/12/1686 partono verso l'inghilterra arrivandoci il 11/6/1687.
Arrivato in inghilterra e trovando i
suoi genitori morti e il conto in banca pieno, riparte verso Lisbona
per controllare i guadagni e vendere i suoi possedimenti in Brasile.
Adesso è un uomo immensamente ricco decide quindi di ritornare in
Inghilterra e sistemarsi. Per fortuna stavolta non prende il mare, ma
compie il viaggio via terra. Ovviamente quando uno è fortunato è
fortunato e quindi anche via terra incontra una difficoltà dopo
l'altra e un pericolo in fila al successivo (lupi, orsi, ghiaccio,
guida cioppa) e stravolto, ma vivo arriva nella sua amata
ingiìhilterra nel 14/1/1688 dove si sistema, si sposa, figlia e
vive da ricco senza pensieri né problemi finchè....
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