Ma avevamo proprio bisogno del tuo blog? No, ma io avevo proprio bisogno di scriverne uno.

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No, ma io avevo proprio bisogno di scriverne uno.



ATTENZIONE! QUESTI RIASSUNTI SONO COMPLETI DI FINALE!

Ho letto moltissimi libri, alcuni scelti in base ai miei gusti, molti altri consigliati da amici o dal fatto che fossero diventati negli anni/decenni/secoli dei classici 'imperdibili'. Ho avuto molte sorprese, ma anche molte delusioni. Ho trovato moltissimi libri sconosciuti davvero degni di esser letti e moltissimi classici o bestsellers da evitare come la peste.

Non ho nessuna competenza letteraria, scarsissima istruzione e solo molta voglia di leggere, confrontarmi ed eventualmente aiutare altri indecisi come me nella scelta del loro prossimo libro da leggere.

Ho iniziato ad elencare quelli che avevo letto dopo aver preso in prestito dalla biblioteca, per l'ennesima volta, sempre lo stesso libro!

Inoltre ho la bruttissima tendenza a dimenticarmi quasi del tutto la trama e a non rileggere quasi mai (ci sono state pochissime eccezioni) lo stesso libro più di una volta.

Per questi motivi ho deciso di trascrivere i riassunti alla buona che faccio a quella capra del mio ragazzo che, non avendo la passione per la lettura, ha tuttavia la passione per le storie e mi chiede di raccontargli questo o quell'altro libro.

sabato 19 aprile 2014

“Le ulteriori avventure di Robinson Crusoe” D. Defoe: 1

Ovvero come arricchirsi con scambi commerciali girando il mondo, schiavizzando e/o sterminando selvaggi, inculcando a forza cristianesimo ipocrita a destra e a manca e bruciando idoli pagani.
Ripetitivo, autocelebrativo e noioso, scritto forse sull'onda del successo de "La vita e le straordinarie, sorprendenti avventure di Robinson Crusoe" per battere il più possibile il ferro finchè caldo.



Il libro inizia con la frase : “il lupo perde il pelo, ma non il vizio”. Infatti il nostro Robinson, dopo 35 anni di sballottamento da una parte all'altra dell' Atlantico, un inaspettato ritorno alla sua Inghilterra, un felice sposalizio, 3 figli, una stabilità economica e la morte di sua moglie, nel 1694 riparte con suo nipote alla volta della sua isola. Sentendosi il padrone dell'isola, compra tutta una serie di attrezzi da lavoro, armi, stoffe, animali da fattoria, letti e altri oggetti utili e difficilmente fabbricabili con i materiali disponibili sull'isola da regalare ai suoi sudditi. Inoltre vi trasporta un tuttofare, un fabbro, un carpentiere, un prete e altre persone raccatta-salvate da una nave in fiamme avvistata durante il tragitto. Arrivato all'isola trova il suo comitato d'accoglienza che gli fa un lungo lungo lungo e lungo resoconto riguardo la vita degli abitanti e i loro dissapori nel lasso di tempo in cui Robinson è tornato e si è stabilito in Inghilterra. Da qui iniziano gli sproloqui religiosi. Robinson, non contento di essere il padrone dell'isola e di tanta riconoscenza da parte dei suoi sudditi iniza a cristianizzare a manetta tutti. Marinai, manigoldi, selvaggi selvagge... tutto ciò che gli capita a tiro!
Comunque dopo 25 giorni di resoconti, conversioni, lotte, dispetti, scorribande e matrimoni interculturali, Robinson, suo nipote e Venerdì riprendono il mare verso il Brasile. Circondati da pericolosissimi selvaggi in canoa, subiscono diverse perdite tra cui Venerdì. Ripartono verso Capo di Buona Speranza, poi brevi scambi commerciali con l'infida gente del Madagascar. Qui uno degli uomini della ciurma viola la civile convivenza e stupra una ragazza della tribù senza che nessun altro marinaio intervenga. Nottetempo allora la tribù offesa arriva in spiaggia dove sono accampati gli uomini della ciurma di Robinson e attacca il campo rapendo l'uomo responsabile dello stupro. Altri tre o quattro marinai allora si infiltrano di notte nel villaggio e, trovando ormai morto il loro compare, iniziano a mettere a ferro e a fuoco uomini, donne e bambini e danno fuoco all'intero villaggio. Robinson, accortosi dei tafferugli, si avvicina al villaggio per cercare di calmare gli animi, ma, giunto sul posto, non riesce a far altro se non una blanda ramanzina ai responsabili, cosa che comunque gli costerà l'ammutinamento della ciurma. Alla fine per permettere al nipote di continuare il loro viaggio commerciale si fa lasciare in un'isola nel Golfo del Bengala. Da qui attraverso l'isola di Sumatra, il Siam fino al Suskan conclude diverse vendite profique per poi tornare al Golfo del Bengala. Qui Robinson e socio si fanno fregare comprando da un paio di marinai ammutinati la nave rubata al loro capitano e si ritrovano in men che non si dica la marina inglese, spagnola e olandese alle calcagna. Quindi decidono di dirigersi verso la Cina fermandosi per scambi e riparazioni nel golfo del Siam rischiando di venir derubati di merci e nave. Battaglia a gavettonate di pece, resina e olio bollente e poi via di corsa verso il golfo di Nanchino e da qui al porto di Chinkiang per vendere la nave incriminante. Viaggio a piedi per tornare verso casa criticando ogni singolo aspetto dell'incivile, orgogliosa, zozzona, ignorante e altezzosa popolazione cinese e sfuggendo ai pericolosi tartari (dipinti come un popolo mal armato, bellicoso e un po' stupido).
Tra le città di Argun e Nertsinnskoi trovano degli eretici pagani adoratori di un idolo di legno perciò, per invogliarli a non seguire più il demonio sotto mentite spoglie di un idolo pagano, nottetempo, Robinson e altri allegri cristiani compagnoni assalgono i pagani, li legano, imbottiscono l'idolo di polvere da sparo e lo detonano. Amen. Dopo questa allegra bravata, in stile arancia meccanica, tornano gnorregiando alla compagnia, belli allegri per continuare il viaggio se non chè le tribù che veneravano l'idolo giungono per reclamare giustizia. Qui vengono sviate da un sordido sotterfugio lasciando libera la fuga ai “portatori della vera fede nel mondo” verso l'occidente. Cavalca cavalca arrivano a Tobolsk, capitale della Siberia dove si fermano in compagnia di gentiluomini della corte Russa esiliati. Qui conoscono appunto un esiliato che, riscoperte le gioie di una vita tranquilla, non tornerebbe per nessun motivo ai trighi e alle responsabilità corrompenti della corte Russa. Il gentiluomo dai saldi valori chiede la gentilezza a Robinson di espatriare illegamente suo figlio in Europa. Robinson tutto contento accetta di buon grado e lo smollerà poi ad Amburgo.
Ennesimo incontro/scontro con popolazioni barbare/tartare, fuga provvidenziale, arrivo in Kermazinskoi e da qui cavalcata fino ad Arcangelo. Tappa ad Amburgo, poi via terra all'Aia e poi via nave fino Londra e, dopo un'assenza di 10 anni e nove mesi, il 10/1/1705 finalmente Robinson torna nella sua civile, conformista e tranquillissima Inghilterra per passarci (si spera!) il resto della sua vita senza più infastidire tutte le popolazioni che incontra.

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